giovedì 31 gennaio 2013

Aspetta che me lo segno anche qui

"Ripartire da scuola pubblica, da investimento in cultura ed istruzione: questa deve essere la prima cosa che farà governo di centrosinistra" (Nichi Vendola, via twitter @NichiVendola, pochi minuti fa)


Vi abbiamo trasmesso una delle più belle melodie che si possano ascoltare in campagna elettorale :). #BenvenutaSinistra

Non astenetevi

Brutto titolo, ma bel tema quello proposto oggi da "il manifesto". Chiede di evitare risse e spettacoli indecorosi a sinistra in campagna elettorale. Come dar loro torto?
Norma Rangeri nel suo editoriale ricorda di valorizzare quel che unisce o avvicina: antiliberismo, pace, neoambientalismo, modello di sviluppo. Temi a cui aggiungerei, per noi donne, l'esperienza di "Se non ora quando".
Chiede, di converso, di non enfatizzare o di tenere alto il livello del dibattito sulle differenze di schieramento.
Ma dal confronto non ci si può, appunto, astenere. Allora l'accusa mossa a Sel di essere destinata a sparire dopo una mancata vittoria del centrosinistra che spingerà il Pd tra le braccia di Monti, è quantomeno pretestuosa alla luce dell'evidenza che quella vittoria è a portata di mano e che noi intendiamo spenderci fino in fondo per quell'obiettivo.
Per raggiungerlo un passaggio fondamentale, si sa, è quello del Senato. In Regioni come il Veneto "Rivoluzione civile" è lontanissima da quel 8% che serve per eleggere rappresentanti a Palazzo Madama. Molto più vicina è Sel al 3% che basta a chi è in coalizionel. Non credo nemmeno si possa parlare di voto "utile". Si tratta di un voto "importante" che al Senato potrebbe dare anche l'elettore di sinistra che alla Camera fa altre scelte.
Per questo, se mi convince lo stop alle risse soprattutto mediatiche, mi lascia perplessa quel titolo: non è tempo per astenersi. Nemmeno dal confronto e dalle scelte.
Diversamente, come dice Norma Rangeri, significa sottovalutare cosa c'è in palio il 24 febbraio. Non solo la possibilità di governare e far svoltare questo paese, ma anche quella di tenere ancorato al nostro campo il Partito Democratico, evitandone la deriva di un approdo neo-montiano. Al Pd, ma soprattutto al Paese. E perciò a ciascuno di noi. Con i più deboli a pagarne le conseguenze peggiori.

mercoledì 30 gennaio 2013

Lettera aperta sullo sviluppo dell'ignoranza

Non c'è indirizzo mail sotto la firma di Gian Arturo Ferrari, autore dell'editoriale di oggi sul Corriere della Sera dal titolo "Lo sviluppo dell'ignoranza".
Avrei voluto scrivergli personalmente, non potendo lo farò qui in forma di lettera aperta.
Avrei voluto scrivergli per ringraziarlo di aver portato, se non al centro della campagna elettorale, almeno in prima pagina il tema della scuola. Lo chiedevo con forza proprio nei giorni scorsi, accogliendo a Padova il nostro candidato premier Pierluigi Bersani.
Impossibile non condividere l'affermazione di Ferrari quando scrive che "è stupefacente prima ancora che scandalosa" l'assenza dal dibattito del grande tema della "valorizzazione del capitale umano", nel "complesso formazione-istruzione-educazione".
Corrisponde a una triste realtà pure che in molti programmi elettorali l'istruzione non sia altro che una "presenza compunta e doverosa, come l'elemosina in chiesa".
In molti. Ma non in tutti. E non per tutti i candidati. Noi di Sinistra Ecologia e Libertà proponiamo i "Quaderni di scuola" che sono un lavoro in divenire, in corso da due anni e che non consideriamo concluso, nonostante abbia ormai i connotati di una riforma organica (e senza tagli...).
Io personalmente, insegnante e candidata al Senato in Veneto, giusto ieri li ho presentati a Padova con un aperitivo. Sì, con un aperitivo, per ricordare anche all'ex ministro Tremonti, per il quale la scuola era solo una voce di taglio (con la sua collega Gelmini come "braccio armato"), che invece "con la cultura si mangia". Ancora: domani sarò a Castelfranco Veneto per un'altra iniziativa sulla scuola.
A scuola per altro continuo a rimanerci, nell'orario di lavoro, anche durante questa campagna elettorale. Probabilmente sarò lì anche dopo il 25 febbraio. Ma non sarà una sconfitta per chi come me (e come Lei, intuisco) fa del sistema formativo l'occasione per "dare a tutti gli italiani gli strumenti per costruire se stessi". Sottolineo con forza quel "a tutti", ma proprio tutti, come solo una scuola pubblica può fare.
Non sarà una sconfitta essere lì e non a Palazzo Madama, perché nelle aule delle nostre scuole, tanto quanto in quelle del Parlamento, si può contribuire a costruire quel "Paese maturo, civile, consapevole" che in questo momento non siamo.
Per questo Le chiedo, e lo chiedo sopratutto al suo giornale, di far sì che anche il suo editoriale non resti una "presenza compunta e doverosa, come l'elemosina in chiesa". Ma anche a tutti gli altri giornali e media di non ridurre il dibattito sulla scuola alla proposta spot (con smentita e retromarcia) di accorciare le vacanze degli studenti.
P.s.: Quanto allo stipendio degli insegnanti, be', aumentarlo da solo non basta, ma... non sarebbe una cattiva idea, visti i livelli su cui si aggira ora e se quel patrimonio si vuole valorizzare.
Mariateresa Di Riso
Sel - candidata al Senato in Veneto

lunedì 28 gennaio 2013

Benvenuto Bersani

Questa sera sarò al Palageox, insieme agli altri candidati di Sel, a dare il benvenuto a Padova e in Veneto a Pierluigi Bersani, il nostro candidato presidente del Consiglio.
Siamo contenti ed orgogliosi di essere al suo fianco in questa battaglia per liberare il Paese dalla cappa di vent'anni di berlusconismo ma anche per evitare di farlo cadere dalla padella del centrodestra alla brace del falso tecnicismo di Monti che nasconde la riproposizione di ricette liberiste i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Per farlo credo sia necessario far irrompere in questa campagna elettorale il tema della scuola, massacrata con i tagli della Gelmini, misconosciuta dal governo Monti. Una scuola che può essere leva per uscire dalla crisi trasferendo ai giovani competenze e capacità da spendere nel mondo del lavoro e dell'impresa. Ma soprattutto una scuola che, formando i cittadini di domani sui valori del bene comune, apre una porta sul futuro di un'Italia migliore.
Benvenuto Bersani. Benvenuta Sinistra.  

domenica 27 gennaio 2013

Vi aspetto a Piazzola


Vi aspetto per conoscervi, parlarci, rispondere alle vostre domande, sentire le vostre proposte e le vostre idee, confrontarci, parlare del nostro programma, dirvi chi siamo e perché ci mettiamo la faccia.
 

sabato 26 gennaio 2013

Parliamo di scuola, partiamo dai... Quaderni

Torniamo a parlare di scuola, che finora in questa campagna elettorale lo si è fatto troppo poco. Noi abbiamo un'idea che col tempo è diventata un programma organico di riforma. La mettiamo su tavolo per discutere e confrontarci. Per passare dalla protesta alla proposta.
L'abbiamo riassunta nei "Quaderni di scuola" un work in progress frutto di due anni di incontri con i sindacati, le associazioni e i movimenti .
Li presentiamo e ne parliamo volentieri con tutti quelli che ne hanno voglia, martedì 29 gennaio, alle 13,30 alle 15, al circolo Arci "Mela di Newton" in via della Paglia 2 a Padova, con Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc-Cgil.
Con me ci saranno Alessandro Zan, capolista alla Camera per Sel nel collegio Veneto 1, e Pape Diaw, capolista al Senato in Veneto per Sel.
E siccome con la cultura si mangia, durante l'incontro vi offriamo l'aperitivo.
Vi aspetto.
Intanto i "Quaderni" sono  scaricabili cliccando qui.

mercoledì 23 gennaio 2013

Dal Mattino di domenica 20 gennaio


Sel: «Il Veneto può girare pagina»

VENEZIA Sinistra e Libertà presenta le liste con Niki Vendola, capolista nelle due circoscrizioni della Camera dei deputati, mentre al Senato il big si chiama Mbaye Diaw, detto Pape, capo della comunità straniera di Firenze, ingegnere geotermico, editore con la casa Giuntina prima di approdare nel Sahara per la sua nuova missione. E poi ci sono due padovani in pole position per entrare in parlamento: Alessandro Zan, assessore all’Ambiente, spera di essere eletto alla Camera mentre Maria Teresa di Riso, insegnante di Lettere al Ruzza, confida nella vittoria del centrosinistra al Senato per strappare il premio di maggioranza ed approdare quindi a palazzo Madama. La di Riso, dopo aver vinto le primarie in Veneto con il record di 1161 voti, ieri a Mestre ha presentato le tre liste (che pubblichiamo nella tabella qui a fianco) e ha ribadito di essere felice di avere come capolista una bandiera dei diritti degli immigrati: «Pape è una persona straordinaria e confidiamo di dare un contributo importante alla vittoria di Bersani. Nelle nostre liste non ci sono dirigenti di partito, ma tante personalità della società civile, a partire da Giulio Marcon, docente di Economia all’Università di Pesaro-Urbino e portavoce di «Sbilanciamoci», il movimento che contesta il diktat della Bce». Al quinto posto in Veneto 1 Attilio Motta, ricercatore universitario a Padova e Federica Panizzo, avvocato di Verona che ha vinto una causa contro il sindaco Tosi, mentre in Veneto 2 alle spalle di Marcon c’è Rita Zanutel, vicesindaco di San Stino di Livenza. «Il Veneto per la prima volta ha l’opportuna di girare pagina e di eleggere una rappresenta parlamentare rinnovata, che chiuda con la stagione delle illusioni di Berlusconi e del falso federalismo della Lega, una ricetta che ha portato l’Italia sull’orlo del baratro. Sel è pronta ad entrare in parlamento e poi al governo con persone oneste e credibili», conclude Maria Teresa di Riso.

domenica 20 gennaio 2013

LE PAROLE DELLA DIFFERENZA



Sono Ildegarda di Bingen, ero predicatrice quando era proibito alle donne predicare, musicista di nome quando la maggior parte era anonima, teologa, artista, scienziata, consigliera politica. E sono stata una monaca di clausura. Per metà della mia vita, il mio unico contatto con il mondo è stato una finestra.
Sono Elena Cornaro Piscopia, sono padovana, sono la prima donna laureata al mondo.
Sono un’anonima emigrante italiana, sono operaia in una industria tessile di New York, oggi è l’otto marzo 1908, io e le mie compagne facciamo sciopero. Magari non è proprio l’8 marzo, io comunque sono morta così.
Sono Leonilde Iotti, detta Nilde, sono stata partigiana, ho fatto parte della Costituente, sono stata presidente dell'UDI e la prima donna Presidente della Camera dei deputati.
Sono Maria Montessori, il resto lo sapete.
Sono Rosa Parks, sono solo una sarta. Semplicemente, non ho ceduto il posto ad un bianco sull'autobus.
Sono Lois Jenson, sono stata la prima a denunciare, nel 1984, abusi sessuali sul luogo di lavoro; io e le mie colleghe abbiamo vinto la causa.
Sono Khady Koita, sono senegalese, sono presidente della rete europea contro le Mutilazioni genitali femminili. “La parola orgasmo non esiste nella mia lingua. Il piacere di una donna non è solo un tabù, è ignorato. La prima volta che qualcuna ne ha parlato in mia presenza, sono corsa in biblioteca a cercare sui libri”.
Sono Anna Politkovskaja, ho combattuto sino alla morte per denunciare le violazioni dei diritti umani in Cecenia e i soprusi di Putin, l’amico del vostro premier.
Sono Ilaria Alpi, anch’io attendo giustizia dal nostro premier.
Sono Shirin Ebadi, sono un giudice, sono la prima donna iraniana e musulmana ad aver ricevuto il Nobel, nel 2003, per la Pace.
Sono Emanuela Loi, la prima agente donna in una scorta, ho 25 anni e l'ho scelto io di far parte della scorta di Paolo Borsellino.
Sono Ilda Boccassini, ho fatto arrestare gli esecutori materiali delle stragi di Capaci e via d’Amelio. Il mio lavoro continua.
Sono Felicia Bartolotta Impastato, madre di Peppino, ma io sono morta a 88 anni. Mio marito mi portava con la forza da Tano Badalamenti. “Vestiti" mi diceva.  Ma io mi rifiutavo. Ogni tanto una donna deve farsi sentire.
Sono Indira Gandhi. Non ho l'ambizione di vivere a lungo, ma sono fiera di mettere la mia vita al servizio della nazione. Se dovessi morire oggi, ogni goccia del mio sangue fortificherebbe l'India.
Sono Azucena Villaflor, o una delle altre madres e avuelitas de Plaza de Mayo.
Sono Millicent Gaika, sono stata legata, strangolata, torturata e stuprata più volte in Sudafrica, perchè sono lesbica.
Sono Rita Pisano, nel 1964 sindaco di Pedace, in Calabria, Picasso da giovane mi fece un ritratto. In segno di stima.
Sono Franca Viola, sono siciliana, e dico grazie a mio padre per essere stato sempre dalla mia parte.
Sono Aung San Suu Kyi. Sono Waris Dirie il "Fiore del deserto". Sono Rita Levi Montalcini, Nobel, senatrice, di fede ebraica. Per non dimenticare.
Sono Wiesława Szymborska, sotto l'occupazione tedesca ho seguito corsi clandestini per prendere il diploma, ho vinto il Nobel per la letteratura nel 1996.
Sono Sibilla Aleramo. Io non domando fama, domando ascolto.
Sono Anna Magnani. Non toglietemi neppure una ruga. Le ho pagate tutte care.
Sono Frida Kahlo. Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.
Sono Alda Merini.
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Sono Alba De Céspedes, per non dimenticare.
Sono la giovane Anna Frank e sono Miep Gies, che ha salvato i diari di Anna, per non dimenticare.
Infine, sono Margaret Mead, antropologa: non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata.
Ero e sono una partigiana. E sicuramente lo sarò.
Mariateresa (letto in Piazza dei Signori, Padova il 13 febbraio 2011)

giovedì 17 gennaio 2013

Rispondo alle domande dell'associazione Delos sui diritti


http://www.delosvicenza.it/archivio/news-glbt-italia/199-risponde-mariateresa-di-riso.html
1) Lei é favorevole all'estensione del matrimonio civile anche allecoppie di persone dello stesso sesso?
Premesso che sono favorevole all'estensione di tutti i diritti a tutti, perché ogni persona in quanto tale è soggetto di diritto così come garantisce la Costituzione, Padova è stato il primo comune ad approvare l'anagrafe delle coppie di fatto grazie al lavoro di Alessandro Zan, candidato Sel alla Camera.Dopo anni di battaglie per i diritti civili il nostro paese è maturo per questo passo, come la Francia di Hollande e gli Usa di Obama, è ora che colmiamo questo ritardo.
2) E alle adozioni da parte delle famiglie con genitori dello stesso sesso?
Anche. Per quanto riguarda i figli di coppie omogenitoriali, essi sono attualmente privi di tutela, quindi discriminate di fatto dalle istituzioni; per quanto riguarda le adozioni, da donna e insegnante credo fermamente che ci sia 'famiglia' laddove ci siano amore, rispetto, legami affettivi, l'assunzione di responsabilità da parte degli adulti verso i minori, indipendentemente dalla composizione della stessa.
3) Quali strumenti ritiene opportuno adottare per estendere i diritti civili e quindi ridurre la distanza tra l'Italia e gli altri paesi europei?
Un'azione legislativa ad ampio raggio: estensione del matrimonio civile a persone dello stesso sesso, riconoscimento della tutela giuridica alle coppie di fatto, legge contro l'omofobia, norme sulla libertà di cura e autodeterminazione del fine vita, ius solis; accanto a questo un'azione culturale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di aggregazione. Mi onoro di essere candidata di un partito che ha promosso e sostenuto queste battaglie sempre, non a seconda dei sondaggi, a livello nazionale e territoriale; nel Comune di Padova abbiamo anche lottato duramente anche contro le altre forze del centro sinistra e ottenuto un elenco dei cittadini che hanno depositato un Testamento biologico.
4) Si impegna affinché la legge Mancino venga estesa anche ai reati di stampo omofobo?
L'estensione della legge Mancino ai reati di odio verso persone omosessuali e transessuali è l'unica risposta possibile per contrastare omofobia e transfobia dilaganti nel Paese. In Parlamento sono già state presentate diverse proposte di legge contro l'omofobia che contenevano però delle carenze normative in ordine all'onere della prova e all'aggravante motivata da orientamento sessuale e identità di genere, dunque per contrastare la piaga dell'omofobia serve oltre che una continua azione culturale, una normativa efficace.
5) Lei è favorevole alla PMA estesa anche alle coppie omosessuali?
Sì, vi sono già moltissime coppie e single italiane che hanno utilizzato tecniche di PMA per avere figli all'estero, qui scontiamo una legge praticamente smantellata dalla Corte Costituzionale ed un'ipocrisia culturale che fa sì che chi può permetterselo compra i diritti all'estero e alle fasce meno abbienti quegli stessi diritti siano negati in patria, è inaccettabile
6) Come ritiene si rafforzi la laicità delle istituzioni?
Schierandosi con onestà e coerenza di volta in volta a difesa della laicità, anche quando è scomodo o non porta voti, e considerando la laicità un foglio bianco in cui tutti possono riconoscersi e scrivere qualcosa di sé, sentendosi ciascuno a casa propria e non ospiti in casa altrui
7) Quale tipo di azioni ritiene efficaci per contrastare la violenza maschile causa del femminicidio in Italia?
Il triste primato del “femminicidio” in Europa è italiano, perché? Oltretutto non contemplare nel sistema giuridico le tante forme della violenza domestica né darne risalto sui media, fermandosi all’omicidio (che ne è il drammatico epilogo), significa condizionare negativamente l’opinione pubblica. In Italia a parità di qualifica le donne sono inquadrate a livelli inferiori rispetto ai colleghi, quindi sottopagate (per non parlare della presenza femminile negli organismi dirigenziali inferiore ad ogni altro Paese europeo) e una donna su due subisce molestie sessuali nel corso della vita lavorativa. In Italia le donne non possono usufruire di una buona legge sulla procreazione assistita, non possono curarsi adeguatamente dentro i consultori pubblici, devono difendere la applicazione della 194 e non possono scegliere liberamente di prendere la RU-486. In Italia infine i dati Istat evidenziano una diminuzione generale degli omicidi negli ultimi anni, ma è aumentato il numero delle donne uccise; le donne pagano a caro prezzo dunque sia il costo della crisi che la scelta di essere se stesse, e non quello che il partner, il datore di lavoro o la società intera vorrebbero che fossero. La Relatrice Onu Rashida Manjoo, in visita lo scorso gennaio nel nostro Paese, ha osservato che “persistono attitudini socio-culturali che condonano la violenza domestica” e che “il quadro politico e giuridico frammentario e la limitatezza delle risorse finanziarie per contrastare la violenza sulle donne ostacolano un’efficace ottemperanza dell’Italia ai suoi obblighi internazionali’. L’Italia infatti non ha ancora firmato la Convenzione di Istanbul e non ha ancora una legge sul femminicidio; la condizione occupazionale delle donne, già discriminatoria, è ulteriormente peggiorata a causa dei tagli al welfare e con la cancellazione da parte dell’ultimo governo Berlusconi della Legge 188/2007 sulle dimissioni in bianco (di cui l’articolo 55 della 92/2012 Fornero costituisce un parziale ed insufficiente ripristino).
Serve una legge contro il femminicidio ma servono anche incentivi per l’occupazione femminile (ripristino della 188 sulle dimissioni in bianco, obbligo del congedo di paternità, ripristino della differenza dell’età pensionabile tra uomini e donne, etc.), una nuova legge sulla fecondazione assistita, il potenziamento dei servizi sanitari territoriali e dei consultori, il pieno rispetto della 194 Per questo, qui a Padova e in altre amministrazioni in cui siamo presenti abbiamo depositato una mozione per il contrasto e la prevenzione alla violenza contro le donne, che impegni il sindaco e la giunta ad intraprendere azioni sia a livello nazionale che territoriale:
- a livello nazionale ad attivarsi presso Parlamento e Governo affinché
1. si firmi la Convenzione di Istanbul
2.si introduca il reato di femminicidio nel codice penale
3. si istituisca un Osservatorio nazionale sulla violenza di genere;
4. ripristinare nella sua interezza la legge 188;
- sul territorio regionale a impegnare la Regione Veneto a dotarsi di una legge contro la violenza alle donne e il sostegno dei centri antiviolenza, di cui la grande maggioranza delle regioni è provvista
- sul territorio comunale a
1. dotarsi di uno strumento interistituzionale di Contrasto alla Violenza sulle Donne, che riunisca soggetti diversi in un lavoro di rete per inquadrare meglio le situazioni di violenza e migliorare la qualità della risposta alle donne;
2. continuare a sostenere con forza l’attività del Centro Veneto Progetti Donna nei confronti delle donne vittime di violenza e di mobbing;
3. moltiplicare nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei luoghi istituzionali e non, momenti di formazione, dibattito e prevenzione
4. contrastare le forme di comunicazione svilenti e/o violente e impegnarsi in favore della promozione della soggettività femminile, chiedendo anche un codice di autoregolamentazione dei media
Infine un ultimo accenno alla parità di genere (e non alle quote rosa!!!) in tutti gli organismi di rappresentanza così come nelle liste elettorali. E' un passaggio necessario e Sel lo ha sempre adottato
Mariateresa Di Riso

mercoledì 16 gennaio 2013

LA TEORIA DEL DIGUALE


Ho avuto la fortuna di assistere ad un dibattito tra due giovani intellettuali sul tema dell'uguaglianza e della diversità, nato da alcuni spunti di attualità politica; quindi ho chiesto loro, tramite il cortese tramite di un amico giornalista e scrittore, di poter diffondere il video.

Gentili Pietro e Teo,
vi scrivo perché mi è giunta una richiesta che vi giro per vedere se la approvate.
Mi ha contattato un'amica che ha vinto le primarie come candidata al Senato per il Veneto di un partito politico che si chiama Sinistra Ecologia e Libertà. (...) In sintesi quanto mi ha fatto capire la candidata, sarebbero interessati a utilizzare parte del video. Come ricompensa non sono in grado di offrire pagamenti ma ho controproposto che, nel caso in cui siate interessati, portino traffico alla pagina facendo aumentare i pageviews.
Resto in attesa di vostra conferma e vi auguro buona ripresa della stagione scolastica. Carlo

Caro Carlo,
accetto questa fantastica richiesta, e naturalmente, i soldi non sono un problema se si tratta di battere Berlusconi!!!
Ma devo chiedere una cosa: se la tua amica venisse eletta, vorrei la sua parola che si occupasse in Parlamento dei problemi di noi bambini. Per esempio i problemi della scuola: migliori insegnanti d' inglese, belle palestre, spazi per la ricreazione all' aperto, ecc. ecc. ... Naturalmente vale anche la tua proposta ( valida anche nel caso non venisse eletta) di aumentare il traffico sul nostro video. Saluti da P.C. (!)

Ho accettato entusiasta la proposta, ho dato la mia parola, quindi chiedo il vostro aiuto per aumentare il 'traffico', sperando di poter ottemperare a breve anche alla prima richiesta...
Buona visione!

DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA: ‘QUADERNI DI SCUOLA’


La scuola pubblica italiana ha subito negli ultimi anni drastici tagli lineari di risorse e finanziamenti, giustificati attraverso una campagna mediatica di denigrazione dei docenti: troppi, nullafacenti, incapaci di preparare al mondo del lavoro.
I dati Ocse dimostrano che una formazione adeguata è la leva principale per uscire dalla crisi: una società più colta infatti è una società in grado di produrre più ricchezza, mentre dove la scolarizzazione media è scadente, si produce meno, perché chi non può permettersi una formazione di eccellenza vede sprecate le proprie capacità, chi può accedervi fa fruttare altrove il capitale di sapere.
Paesi come Usa, Germania, Francia, Danimarca hanno aumentato in questi anni la spesa pubblica destinata all’istruzione, l’Italia al contrario continua a spendere poco e male.
La scuola pubblica dunque è stata declassata a politica di settore con cui fare cassa, complice una disattenzione sociale verso il tema dell’educazione, anche da parte delle forze di sinistra, che non hanno capito l’operazione strategica di smantellamento della scuola pubblica attuata dai governi conservatori: tagli dettati non solo da necessità di bilancio, ma funzionali ad un’idea di società basata sul privilegio spacciato per merito o ‘meritocrazia’.
Una scuola privata di strumenti e risorse umane sarà sempre meno in grado di offrire pari opportunità e sostenere il merito; senza compresenze, laboratori, progetti di recupero e integrazione, chi ha la fortuna di crescere in un contesto familiare e sociale favorevole all’apprendimento va avanti, per gli altri insuccesso e abbandono scolastico.
La figura dell’insegnante burocrate e della scuola-azienda delineate dai governi Berlusconi-Monti e dal Ddl Aprea è funzionale alla restaurazione di una società immobile, in cui la scuola pubblica serva non a formare cittadini dotati di coscienza critica, ma allevare consumatori e lavoratori a cui far svolgerere compiti meramente esecutivi o “tecnici”, abituandoli fin da piccoli ad una scuola qualunque anticamera di un lavoro qualunque.
La scuola della Gelmini è stata funzionale al progetto di riduzione dei diritti dei lavoratori di Sacconi, come oggi le misure sulla scuola richieste da Profumo sono funzionali alle ‘riforme’ Fornero: educare non ai diritti e ai saperi, ma alla legge del mercato, alla subordinazione e alla precarietà esistenziale.

La crisi economica, sociale e culturale che più di altri ha investito il nostro Paese, va letta anche da un lato come l'incapacità di far fruttare l’istruzione per innovare il nostro apparato produttivo, dall’altro come crisi della partecipazione democratica. Un sapere diffuso e condiviso è necessario per apportare quelle innovazioni di processo e di prodotto e tornare competivi sui mercati internazionali. Alla corruzione dilagante a tutti i livelli del vivere politico, economico e sociale, è necessario non il dissenso sterile dell’antipolitica, ma l’argine dell’ultrapolitica, della vigilanza e della responsabilità civile, che è inattuabile senza l’educazione pubblica, di Stato, ai saperi comuni di cittadinanza.

1. BERLUSCONI-GELMINI: LA ‘RIFORMA EPOCALE’
A.s. ‘08-‘09, la crisi economica iniziata nel 2006 negli Usa e nascosta dal governo Berlusconi, sta per esplodere anche in Italia. Mentre Brunetta ingaggia una finta lotta contro i dipendenti pubblici fannulloni e Berlusconi dichiara senza mezzi termini che ‘il figlio dell’operaio mica può avere le stesse possibilità del figlio del professionista’, parte la riforma ‘epocale’ Gelmini: 8 miliardi sottratti all’istruzione in 3 anni, in barba ad ogni frustrante tentativo di realizzare i percorsi formativi richiesti a partire dal ‘Consiglio di Lisbona’ del 2000. Risultato:
soppresso il modello di eccellenza della scuola elementare, riportando indietro le lancette della storia al maestro prevalente, al voto numerico e di condotta, alle 24 ore settimanali di lezione a danno del tempo pieno e prolungato;
- nella secondaria superiore riduzione dell’orario, delle discipline (in particolare umanistiche), della didattica laboratoriale (-30%) con un brusco ritorno alla preminenza del ‘sapere’ sul ‘saper fare’, delle sperimentazioni, riduzione dell’obbligo scolastico espletabile nell’ultimo anno anche come apprendistato, il tutto in totale disprezzo delle sentenze contrarie del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato;
cancellati 143.000 posti di lavoro, il più grande licenziamento di massa della storia e aumentato il numero di alunni per classe in tutti gli ordini di scuola;
azzerati gli investimenti in formazione e aggiornamento dei docenti;
- tagli drastici per l'edilizia scolastica, per cui oggi il 75% degli edifici non è a norma
Altro che riforma epocale, la restaurazione della vecchia scuola del ‘maestro unico, nella propaganda mediatica quello del libro Cuore, ma che nella realtà rischia di essere quello di Pinocchio.
Don Milani quarant’anni fa scriveva ‘la scuola ha un solo problema, i ragazzi che perde’; per la Gelmini le bocciature diventano un vanto.

2. MONTI-PROFUMO: È L’EUROPA CHE CE LO CHIEDE
Cambia lo stile, ma non la sostanza: mentre alla scuola paritaria non viene sottratto un euro, un ulteriore miliardo di tagli investe la scuola pubblica per ragioni di bilancio. Eppure nella legge di stabilità si confermano le spese militari (ogni F35 da combattimento ci costerà 130 milioni di euro) e privilegi, non vi sono patrimoniali eque nè misure efficaci per contrastare l’evasione fiscale e il costo della corruzione.
Ai tagli si aggiungono pesanti intromissioni in materia contrattuale contenute nella spending review e nella bozza del disegno di legge sulla stabilità. Infatti, in modo unilaterale ed arbitrario, senza nessuna consultazione né trattativa con le organizzazioni sindacali ed in spregio al CCNL, strumento di garanzia dei diritti sindacali e della professionalità dei docenti, si introducono:
- ulteriori tagli agli organici (si presume altri 30.000 posti), a fronte di un costante aumento della popolazione scolastica; il concorso imminente, limitato a 11.000 posti e riservato ai docenti già abilitati, avrà la sola conseguenza di espellere definitivamente dalla scuola quei lavoratori precari che ci lavorano da anni (sono circa 200.000 l’anno i contratti precari nella scuola italiana);
blocco sugli stipendi fino al 2015, stipendi che dal 2006 hanno perso il 25% del potere d'acquisto e che verrebbero ulteriormente ridotti dall’abolizione dell'indennità di vacanza contrattuale prevista nel ddl stabilità
monetizzazione parziale delle ferie, un’attenuazione rispetto alla prima proposta che sottraeva in toto il diritto costituzionale ai precari, mentre sembra sparita dalla nuova bozza l’altra proposta iniqua sul passaggio forzato di docenti in particolari condizioni (inidonei) nei profili ATA;
dimensionamento della rete scolastica secondo un'intesa sottoscritta da Governo, Regioni ed Enti Locali a partire dal 2013-2014, per scendere dalle attuali 9.135 scuole a 8.787 più 107 CPIA di nuova istituzione (un taglio che si aggiunge alle 1.078 scuole cancellate quest’anno) ignorando le specificità degli Istituti siti in piccole isole, in comunità montane e in zone con presenza di minoranze linguistiche; il tutto senza definire i criteri di assegnazione per i Dirigenti amministrativi e le modalità di conduzione delle operazioni di dimensionamento.
innalzamento dell’orario di cattedra delle medie inferiori e superiori a parità di retribuzione, dalle 18 ore attuali alle 24 ore inizialmente previste nell’art. 3 della legge di stabilità, poi ridimensionate a 20-21, per spezzoni orari, svolgere supplenze temporanee e ore di sostegno pur non avendo titolo, alla faccia dell’integrazione scolastica e del diritto allo studio degli studenti diversamente abili.
Poichè la prestazione d’opera a titolo gratuito, cioè il volontariato, non è prevista negli ordinamenti giuridici della pubblica amministrazione, si deduce che il Ministro Profumo, come già Brunetta e Gelmini, ritenga che i docenti italiani lavorino troppo poco; anzi motiva la misura con l’esigenza di adeguare i carichi di lavoro agli “standard europei”.
Eppure la media europea di ore in classe è di 16,3 ore alle superiori e di 18,1 alle medie, alle elementari di 19,6 contro le 22 italiane. Ciò che invece allontana e di parecchio gli insegnanti italiani dai colleghi europei è la retribuzione, poichè guadagnano circa la metà rispetto alla media UE.
In Italia, come nel resto d’Europa, i docenti, oltre alle ore in classe e secondo quanto previsto dall’art. 29 del CCNL, preparano le lezioni, correggono gli elaborati, tengono rapporti con le famiglie, effettuano attività di carattere collegiale (collegi docenti, consigli di classe, riunioni di area disciplinare per la programmazione didattica, gli scrutini, gli esami e tutti gli atti connessi) svolgono attività di ampliamento dell’offerta formativa in orario extra-curricolare, etc. Dunque il Ministro dell’Istruzione ignora o disprezza il quotidiano lavoro dei docenti, tanto da volerno equiparare ad un’attività impiegatizia?

L’attività docente non è di natura impiegatizia, è un’attività di ricerca, complessa, richiede impegno, continuità, sinergie con il mondo della ricerca e della cultura. La relazione educativa tra alunni e insegnanti, per crescere e maturare, richiede innanzi tutto continuità; oggi un insegnante su sei è a tempo determinate e i ragazzi cambiano di anno in anno più di un terzo dei docenti. L’insegnamento e l’educazione, per essere efficaci, devono essere svolte in collaborazione con tutto il personale della scuola, con le famiglie e le altre agenzie educative del territorio. Ogni docente deve aggiornarsi di continuo per rispondere ai bisogni di ciascun alunno, adeguare i propri strumenti professionali al continuo riassetto dei saperi disciplinari e delle tecnologie, conoscere l’universo dei media a cui gli adolescenti sono esposti. Nella scuola italiana, che licenzia, non investe un euro nell’aggiornamento, non ha un sistema di valutazione di sistema, i docenti sono più vecchi, meno aggiornati, meno pagati dei colleghi europei; chi lavora poco e/o male in quelle 18 ore, lavorerà poco e male anche per 20, 22 o 24 ore, tanto nessuno lo valuta. E chi invece lavora bene? Non dovrà rinunciare alla qualità per sopperire alla quantità?

3. DDL 953 EX APREA: IL PORCELLUM SCOLASTICO
Il Ddl 953 (ex disegno di legge Aprea) sulla "Autonomia statutaria delle Istituzioni Scolastiche" prevede la creazione di un «Consiglio dell'Autonomia» al posto dell'attuale Consiglio d'Istituto, in cui il personale non docente verrebbe sostituito da «membri esterni, scelti con dubbi criteri di individuazione fra le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, in numero non superiore a 2 […]» (art. 4). È prevista la possibilità di «ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico delle loro attività», fondazioni che «possono essere soggetti sia pubblici che privati, fondazioni, associazioni di genitori o di cittadini, organizzazioni no profit (art. 10 c. 2)», soggetti che dunque entrerebbero nel Consiglio dell'Autonomia a condizionarne le scelte. Ogni Consiglio dell'Autonomia infatti dovrebbe elaborare uno «Statuto autonomo», che deciderà anche su materie finora regolate da una normativa unitaria per tutto il territorio nazionale, ad es sugli organi collegiali, garanzia di democrazia e collaborazione tra gli attori della scuola. Un «nucleo di autovalutazione» avrebbe il compito di giudicare la qualità della scuola (art. 8)» quindi ogni scuola si giudica da sè, seppure con uno o più membri esterni e in collaborazione con l'Invalsi, che finora ha prodotto insignificanti quiz di rilevazione e non valutazione della didattica.
Nel ddl Aprea seconda versione, l’autonomia non è dunque strumento di innovazione a beneficio degli alunni e del territorio, ma al servizio dei finanziatori; si rischia così di rompere l’unitarietà del sistema scolastico nazionale, soprattutto nell’istruzione professionale, che più è legata al tessuto imprenditoriale locale, e di determinare differenze sostanziali tra scuola e scuola e tra nord e sud del Paese.

DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA: I ‘QUADERNI DI SCUOLA’ DI SEL SAPERI
Sinistra Ecologia Libertà ha avviato una riflessione ampia sul tema dell’istruzione e dell’educazione.
Cancellando le leggi Moratti e Gelmini, abbandonando logiche emergenziali e luoghi comuni, al centro dell'azione del governo di centrosinistra deve esserci una vera riforma della scuola pubblica di Stato, fedele al dettato costituzionale e in grado di offrire ai futuri cittadini strumenti per rielaborare i saperi disciplinari, diffondere l'uso delle nuove tecnologie, favorire relazioni interpersonali e apprendimenti cooperativi, trasmettere memorie e valori storici, educare alla mondialità per la costruzione di una società plurale, solidale e di pace.
La scuola educa attraverso le discipline, quindi educa e distribuisce insieme saperi; oggi è necessario più sapere in ogni mestiere e professione per restituire valore e dignità al lavoro e vincere la sfida dell’economia sostenibile, così come è necessario un sapere comune di cittadinanza attiva per innalzare il livello di democrazia e ripristinare la legalità.

Abbiamo discusso di questi temi con gli operatori della scuola, gli studenti e le famiglie, i cittadini; due anni di incontri e confronti da cui è scaturito un work in progress, Quaderni di Scuola, proposte per rilanciare la scuola pubblica come strumento di uguaglianza sociale, moltiplicatore di opportunità ed elemento di trasformazione del Paese.
Tre le finalità dei Quaderni: riavviare la riflessione sul tema dell’educazione, elaborare unaproposta legislativa di riforma della scuola pubblica di Stato, ridare voce ai soggetti che operano nella scuola, attraverso quattro sezioni: una premessa sul ruolo dell’istruzione nelle società complesse, un’analisi della crisi attuale in relazione al decadimento del sistema d’istruzione, una terza parte con le nostre proposte, infine i contributi e gli approfondimenti di esperti.
Le nostre proposte toccano tematiche centrali del processo di apprendimento: obbligo scolastico, istruzione e formazione professionale, educazione permanente degli adulti, formazione, reclutamento e aggiornamento dei docenti, nuove tecnologie valutazione di sistema, autonomia scolastica e governo delle istituzioni. Investire nell’edilizia scolastica, nella didattica laboratoriale, nella formazione e nell’aggiornamento continuodei docenti, stabilizzando gli organici; rendere visibili, misurabili e valutabili tutte le attività che l’insegnamento comporta e che vengono svolte dentro e fuori le scuole, in orario di lezione ed extrascolastico, in classe e per l’intera scuola, come avviene nelle scuole europee; modificare anche l’orario di lavoro dei docenti, ma non per svolgere supplenze o insegnamento su spezzoni di cattedre, rendendo ancora più precarie le figure docenti, ma per rendere scuole e biblioteche scolastiche luoghi di formazione aperti al territorio, attivare percorsi di apprendimento opzionali e motivanti accanto a quelli comuni, riprendere la questione del tempo pieno, incrementare le occasioni di confronto tra il personale della scuola; riconoscere alla professione docente, anche in termini economici, il ruolo che merita.

I saperi vanno posti al centro dell’azione politica del prossimo governo di centro sinistra perchèdalla qualità dell’istruzione pubblica non dipende solo la qualità della formazione e quindi della capacità di innovazione e di competizione internazionale del nostro sistema produttivo, ma la qualità stessa della democrazia, perché la scuola di massa non genera solo il sapere scientifico e tecnico, ma anche la gerarchia dei valori e l’immaginario della società.

La cultura è il primo bene comune e necessita oggi di un investimento straordinario.


Costituzione della Repubblica italiana
Art. 3: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato (…)
Art. 34. La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.