mercoledì 30 gennaio 2013

Lettera aperta sullo sviluppo dell'ignoranza

Non c'è indirizzo mail sotto la firma di Gian Arturo Ferrari, autore dell'editoriale di oggi sul Corriere della Sera dal titolo "Lo sviluppo dell'ignoranza".
Avrei voluto scrivergli personalmente, non potendo lo farò qui in forma di lettera aperta.
Avrei voluto scrivergli per ringraziarlo di aver portato, se non al centro della campagna elettorale, almeno in prima pagina il tema della scuola. Lo chiedevo con forza proprio nei giorni scorsi, accogliendo a Padova il nostro candidato premier Pierluigi Bersani.
Impossibile non condividere l'affermazione di Ferrari quando scrive che "è stupefacente prima ancora che scandalosa" l'assenza dal dibattito del grande tema della "valorizzazione del capitale umano", nel "complesso formazione-istruzione-educazione".
Corrisponde a una triste realtà pure che in molti programmi elettorali l'istruzione non sia altro che una "presenza compunta e doverosa, come l'elemosina in chiesa".
In molti. Ma non in tutti. E non per tutti i candidati. Noi di Sinistra Ecologia e Libertà proponiamo i "Quaderni di scuola" che sono un lavoro in divenire, in corso da due anni e che non consideriamo concluso, nonostante abbia ormai i connotati di una riforma organica (e senza tagli...).
Io personalmente, insegnante e candidata al Senato in Veneto, giusto ieri li ho presentati a Padova con un aperitivo. Sì, con un aperitivo, per ricordare anche all'ex ministro Tremonti, per il quale la scuola era solo una voce di taglio (con la sua collega Gelmini come "braccio armato"), che invece "con la cultura si mangia". Ancora: domani sarò a Castelfranco Veneto per un'altra iniziativa sulla scuola.
A scuola per altro continuo a rimanerci, nell'orario di lavoro, anche durante questa campagna elettorale. Probabilmente sarò lì anche dopo il 25 febbraio. Ma non sarà una sconfitta per chi come me (e come Lei, intuisco) fa del sistema formativo l'occasione per "dare a tutti gli italiani gli strumenti per costruire se stessi". Sottolineo con forza quel "a tutti", ma proprio tutti, come solo una scuola pubblica può fare.
Non sarà una sconfitta essere lì e non a Palazzo Madama, perché nelle aule delle nostre scuole, tanto quanto in quelle del Parlamento, si può contribuire a costruire quel "Paese maturo, civile, consapevole" che in questo momento non siamo.
Per questo Le chiedo, e lo chiedo sopratutto al suo giornale, di far sì che anche il suo editoriale non resti una "presenza compunta e doverosa, come l'elemosina in chiesa". Ma anche a tutti gli altri giornali e media di non ridurre il dibattito sulla scuola alla proposta spot (con smentita e retromarcia) di accorciare le vacanze degli studenti.
P.s.: Quanto allo stipendio degli insegnanti, be', aumentarlo da solo non basta, ma... non sarebbe una cattiva idea, visti i livelli su cui si aggira ora e se quel patrimonio si vuole valorizzare.
Mariateresa Di Riso
Sel - candidata al Senato in Veneto

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