(di Laura Boldrini *)
"Negli ultimi cinque anni sono spesso
andata in Grecia per lavoro. In questo paese, infatti, entrano
migliaia di richiedenti asilo e migranti che poi si spostano altrove
in Europa. Ogni volta notavo come il crescente livello di privazioni
imposto al popolo greco e gli enormi sacrifici richiesti non
producessero riscontri positivi sull’economia del paese. Anno dopo
anno, la ricetta imposta dalla troika, basata su tagli degli
stipendi, della spesa sociale, su tasse aggiuntive e licenziamenti,
su un vero e proprio “spargimento di lacrime e sangue”, ha messo
in ginocchio un paese, lo ha impoverito drasticamente, noncurante del
costo sociale.
Oggi i greci sono senza risorse e soli.
Non possono neanche permettersi di andare in ospedale perché costa
cinque euro farsi ricoverare. Allora fanno la fila davanti agli
ambulatori delle associazioni mediche nate per assistere i migranti.
Da quando il governo ne ha autorizzato la vendita nei supermercati,
molti si adattano persino a mangiare cibi scaduti che costano di
meno, come evidenziato nel commento di Galli della Loggia oggi sul
Corriere della Sera.
Ma questa situazione veramente
drammatica – tanto più che colpisce la culla della nostra civiltà
– non suscita tra i cittadini europei, né sdegno né solidarietà.
Neanche in Italia. Siamo tutti anestetizzati e concentrati sui nostri
problemi. Eppure le misure che Monti propone si basano sullo stesso
approccio di austerity che grava sui ceti medi e bassi e non prevede
misure mirate alla crescita. Dunque, dobbiamo svegliarci da questo
torpore anche nel nostro interesse. Ora, prima che sia troppo tardi".
(*già Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Unhcr, candidata di Sel alla Camera in Sicilia e nelle Marche)
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