domenica 3 febbraio 2013

Lavoro: posti e diritti


Quest'idea che per creare posti di lavoro sia necessario diminuire i diritti di chi già lavora è uno dei capitoli più devastanti dell'ideologia neoliberista nella sua traduzione italiana.
Ancora oggi rilanciata sui giornali come la grande innovazione proposta dalla Lista Monti, ancora una volta dal suo alfiere Pietro Ichino al grido di “Lo Statuto dei lavoratori è superato”. Ma de che! Ma da chi?
Ancora una volta l'idea geniale è che togliere tutele a chi un posto ce l'ha possa fare spazio a chi è fuori o ai margini del mondo del lavoro. Perchè sarebbe così nessuno lo spiega, a parte imprenditori che assumerebbero a cuor leggero sapendo di poter licenziare, con lo stesso cuor leggero: ma quale imprenditore assume pensando di licenziare? Se assume è perché ne ha bisogno e punta ad averne bisogno in futuro. Senza dimenticare, purtroppo, che licenziare si può già, viste le decine di migliaia di posti di lavoro persi. A meno che non si vogliano semplicemente lavoratori più ricattabili, ma evitiamo di far cattivi pensieri che ci riporterebbero non al secolo scorso, ma direttamente all'Ottocento.
I numeri di questo decennio e oltre, durante il quale la flessibilità del lavoro è stata progressivamente aumentata, dicono che i posti di lavoro sono stati persi, non che sono aumentati.
Poi quando la devastazione sarà fatta, quelli come il professor Ichino ci racconteranno che la “riforma” è stata fatta a metà, che la colpa non è di chi l'ha voluta, ma di chi l'ha attuata e via così. Un ritornello che abbiamo già sentito.
Allora il professor Monti la deve smettere con questa mistificazione politica e linguistica di dare del conservatore a chi difende i diritti dei lavoratori. L'innovazione non è distruggere le conquiste, ma allargarle. Conservatore non è chi difende i diritti dei lavoratori, ma chi li vuole far arretrare.
Quello da superare non è lo Statuto dei lavoratori. Quello da superare è lei, professor Monti.

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