Quest'idea
che per creare posti di lavoro sia necessario diminuire i diritti di
chi già lavora è uno dei capitoli più devastanti dell'ideologia
neoliberista nella sua traduzione italiana.
Ancora
oggi rilanciata sui giornali come la grande innovazione proposta
dalla Lista Monti, ancora una volta dal suo alfiere Pietro Ichino al
grido di “Lo Statuto dei lavoratori è superato”. Ma de che! Ma
da chi?
Ancora
una volta l'idea geniale è che togliere tutele a chi un posto ce
l'ha possa fare spazio a chi è fuori o ai margini del mondo del
lavoro. Perchè sarebbe così nessuno lo spiega, a parte imprenditori
che assumerebbero a cuor leggero sapendo di poter licenziare, con lo stesso cuor
leggero: ma quale imprenditore assume pensando di
licenziare? Se assume è perché ne ha bisogno e punta ad averne
bisogno in futuro. Senza dimenticare, purtroppo, che licenziare si
può già, viste le decine di migliaia di posti di lavoro persi. A
meno che non si vogliano semplicemente lavoratori più ricattabili,
ma evitiamo di far cattivi pensieri che ci riporterebbero non al
secolo scorso, ma direttamente all'Ottocento.
I
numeri di questo decennio e oltre, durante il quale la flessibilità
del lavoro è stata progressivamente aumentata, dicono che i posti di
lavoro sono stati persi, non che sono aumentati.
Poi
quando la devastazione sarà fatta, quelli come il professor Ichino
ci racconteranno che la “riforma” è stata fatta a metà, che la
colpa non è di chi l'ha voluta, ma di chi l'ha attuata e via così.
Un ritornello che abbiamo già sentito.
Allora
il professor Monti la deve smettere con questa mistificazione
politica e linguistica di dare del conservatore a chi difende i
diritti dei lavoratori. L'innovazione non è distruggere le
conquiste, ma allargarle. Conservatore non è chi difende i diritti
dei lavoratori, ma chi li vuole far arretrare.
Quello
da superare non è lo Statuto dei lavoratori. Quello da superare è
lei, professor Monti.
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