sabato 16 febbraio 2013

Mai più ragazze interrotte

Il nostro Paese registra i peggiori dati in Europa in quanto a occupazione femminile, rappresentanza, violenza sulle donne, rappresentazione del genere femminile sui media.
Il fatto che Berlusconi si sia potuto permettere di insultare una lavoratrice di fronte a un pubblico che invece di fischiare sghignazzava (vergogna a loro), e che il sindaco di Mira abbia potuto 'licenziare' una sua assessora perché in incinta, senza che si ci fosse un'ondata generale di indignazione, significa che su questo tema siamo tornati all'età delle caverne,  altro che generazione 2.0.
Per questo oggi abbiamo voluto colorare di rosa in nostri banchetti della campagna elettorale. Portandoci la nostra "Agenda delle donne": punti di un programma irrinunciabile per un governo Bersani, che imprimano fin dai primi mesi una svolta decisa nella cultura, nel diritto e nel vivere quotidiano del paese.
C'è un lavoro tanto lungo quanto urgente da fare. Sel ha le carte in regola per farlo, per come ha affrontato la questione praticando la parità di genere e non le quote: eleggeremo 50/50, non 40/60 come altre forze della nostra stessa alleanza, o peggio 10/90 come il professor Monti che ha scelto donne-specchietto. Nelle nostre liste ci sono donne vere, non segnaposto, lavoratrici che sanno quanto sia sempre più difficile oggi conciliare il lavoro e la famiglia a causa di una classe politica che non ha saputo nè proteggere, nè tanto meno far fruttare il lavoro produttivo e riproduttivo della donna.
Sul tavolo ci sono le proposte elaborate in questi anni con le associazioni, i sindacati, nel movimento del Se Non Ora Quando. Proposte che lo scorso anno abbiamo presentato a Roma alla casa delle donne col forum "Ragazze interrotte". 
Queste elezioni diventano allora l'occasione per uscire dalla testimonianza che ormai è rassegnazione, dalla paura, dallo sterile urlo "mandiamoli a casa" che poi manda a casa l'assessora incinta. Che Grillo mandi a casa il suo sindaco, invece di fregarsene. E' l'occasione perché lo facciano le cittadine e i cittadini di Mira.
Ma noi donne siamo concrete non ci basta distruggere il vecchio vogliamo costruire, partendo porprio dalle proposte che abbiamo elaborato. Per non essere mai più ragazze interrotte.

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